Il Carnevale di Ottana, tradizione secolare e senso di appartenenza alla propria cultura.
Il Carnevale di Ottana (o Carrasegare) è una manifestazione molto attesa ed emozionante che ha alle spalle una tradizione secolare, forse millenaria, che non si è mai interrotta e che rivela un grande senso di appartenenza alla propria cultura.
Protagoniste sono le maschere che descrivono ruoli e situazioni della vita dei campi e dell’allevamento e si ricollegano a riti antichissimi che avevano funzione apotropaica per proteggersi dagli spiriti maligni e propiziare la fertilità del bestiame.
Le maschere caratteristiche di Ottana sono quelle dei Merdùles e dei Boes, ma anche altri animali, quali Porcos, Molentes, Crapolos. E da figure come Sa Filonzana.
Sos Merdùles
Sos Merdùles sono i contadini, i padroni del bestiame, vestiti con pelli o con vecchi abiti della tradizione. I visi sono coperti da maschere in legno antropomorfe ma deformate nel modo più vario (nasi enormi, sorrisi irreali o ghigni facciali).
Hanno sulla testa un fazzoletto nero femminile e sulle spalle una sorta di zaino in pelle che dovrebbe contenere pane e salsiccia o altri alimenti. Camminano con passo claudicante e stanco, tenendo in una mano le redini che guidano Sos Boes e nell’altra un bastone a cui si appoggiano e che usano anche per tenerli a bada.
Parlano, si lamentano ed incitano spesso i presenti a tenersi lontani per l’arrivo “dei buoi”.
Due figure suonano strumenti musicali caratteristici, S’Orriu e Su Pipiolu , rispettivamente un cilindro di sughero con una membrana di pelle in cui scorre un cordino e uno zufolo di canna.
Un secondo gruppo di Merdúles è costituito da uomini abbigliati con grandi scialli e gonne nere, conosciuti come “vedove” e da altri vestiti come pastori, con abiti logori.
Sos Boes
Sos Boes principalmente indossano un giaccone di pelli di pecora senza maniche con sotto un vestito da pastore nero o scuro e portano in spalla una tracolla di cuoio, da dove pendono dei campanacci di lamiera e di bronzo.
Il viso è coperto da maschere di legno lavorate ad intaglio, a volte colorate, dalle fattezze bovine con muso e corna di varie lunghezze. Presentano disegni di buon auspicio stilizzati ed una stella sulla parte frontale.
Non parlano e procedono disordinatamente con saltelli facendo risuonare i campanacci. Alcuni sono tenuti a bada da un merdúle a cui ogni tanto si ribellano buttandosi a terra o facendo incursioni in mezzo alla gente.
Piú raramente sfilano anche Sos Porcos e Sos Molente, maschere di maiale e di asino, cosí come Su Cherbu (cervo) e Su Crappolu (capriolo).
Altre maschere tipiche sono:
Sa Filonzana, un uomo vestito da vedova con la gobba e il volto nascosto da una maschera in legno, oppure molto raramente, dipinto con la fuliggine.
Fra le mani tiene un fuso e una conocchia, mentre al collo ha appese delle forbici come la Parca della vita.
Fila la lana e predice un futuro prospero o sfortunato a seconda del vino che le viene offerto.
Sas Mascaras Serias, mascheramenti piú spontanei con uomini e donne di tutte le età che procedono saltando e danzando, vestiti in modo strano e anomalo con abiti vecchi, lenzuola, copriletti e il viso coperto da scampoli di stoffa.
Quando inizia il Carnevale di Ottana?
Il Carnevale che viene festeggiato la domenica, il lunedí e il martedí prima delle Ceneri, inizia in realtà la sera del 16 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, quando, dopo la funzione religiosa e la benedizione del falò, le maschere fanno la loro prima uscita e si radunano intorno al fuoco.
Durante questa occasione il sacerdote consegna S’Affuente’, un piatto di rame lavorato a sbalzo, molto antico e forse di origine celtica, che se percosso verticalmente con una grossa chiave diventa lo strumento musicale che dà il ritmo al ballo tipico di Ottana, chiamato Ballu de S’Affuente.
Durante la domenica di Carnevale, avviene la vestizione delle maschere tradizionali che sfileranno per il paese. In maniera scherzosa alcuni “catturano” gli spettatori e si fanno offrire da bere, mentre il martedí grasso, detto Sa Die de su Cumbidu, avverrá il contrario.
Oltre alla sfilata sono previste anche manifestazioni culturali e gastronomiche che insieme attirano ogni anno tantissimi appassionati e curiosi da tutta la Sardegna e non solo.
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