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Pubblicato da sarda sopra 23 Marzo 2022
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San Sperate, arte e natura nel Campidano meridionale.

Arte e natura si fondono magicamente in un paese che si adagia nel fertile Campidano meridionale.

A breve distanza dal parco del monte Arcosu e dalle spiagge del sud Sardegna, San Sperate è uno dei centri agricoli più produttivi della Sardegna, popolato da oltre ottomila abitanti.

Un grande giardino di frutteti colorato e profumato circonda il paese. Rinomata è la produzione di agrumi e pesche cui è dedicata una sagra dal 1960.

Degne di nota e vivaci nel paese sono anche la lavorazione artistica di ceramica, ferro, cuoio e legno e la creazione di gioielli.

Il dinamismo culturale caratteristico di questo paese si esprime in eventi che coinvolgono tutta la comunità, come ad esempio il festival di Cuncambias (fine luglio) che trasforma in teatro il rione San Giovanni, fatto di case campidanesi come gli altri quartieri storici.

San Sperate è un paese-museo: centinaia di colorati murales raccontano la storia, le tradizioni rurali e la vita della comunità.

Sviluppatosi nel 1968, il “muralismo” si deve al progetto dell’artista Pinuccio Sciola di trasformare il paese in un laboratorio di creazione cui aderirono e contribuiscono tuttora artisti locali, italiani e stranieri.

All’arte megalitica preistorica si rifanno, invece, le sculture disposte nel giardino megalitico, piccolo polmone verde vicino al centro del paese.

Sciola è anche l’autore delle “pietre sonore”, sculture che evocano con il loro suono suggestioni ancestrali.

Nel centro spiccano una seicentesca dimora padronale, adibita a museo, e l’ottocentesca Casa Tola, progettata dall’architetto Gaetano Cima.

La storia di San sperate è antichissima. Il paese è sempre stato abitato e coltivato, come testimoniano numerosi resti.

Recenti scavi dimostrano che i primi insediamenti risalirebbero addirittura al XVIII secolo a.C. Cospicui sono anche i resti punici e di epoca romana.

Tra il III sec. a.C. e il V sec. d.C., infatti, civitas Valeria – l’odierna San Sperate – doveva avere un ruolo importante, anche perché per la regione passava la via che da Karalis (Cagliari) conduceva a Tharros.

A seguito della dominazione vandalica (tra il 455 e il 533 d.C.) e dell’esilio di molti vescovi africani giunsero nel paese le reliquie di San Sperate.

Fu tra il 600 e il 1200 che l’antico nome romano fu cambiato in quello attuale, in onore del santo custodito nella chiesa principale.

Foto di copertina di grego1402

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