Anna Heringer fautrice dell'architettura sostenibile.
L’architetto tedesco Anna Heringer è una fautrice dell’architettura sostenibile e si dedica anima e cuore alla sua professione.
Come lei stessa dice: La visione alla base e la motivazione del mio lavoro è esplorare e utilizzare l’architettura come mezzo per rafforzare la fiducia culturale e individuale, per sostenere le economie locali e per promuovere l’equilibrio ecologico.
La via per lo sviluppo e il cambiamento verso una società più equa e sostenibile, non solo per paesi come il Bangladesh, dove si trovano molte delle sue opere, ma anche in Africa ed Europa.
Un approccio che spiega il successo e la durevolezza delle sue architetture.
Come la famosa METI School, a Rudrapur in Bangladesh, completata nel 2006 con materiali e manodopera locali e ancora bella e in uso.
L’argilla e il bambù, utilizzate per i muri portanti e per tetto e pavimenti, rappresentano completamente la cultura del kilometro zero.
L’edificio è costruito su due livelli: il primo piano offre uno spazio ampio che trasmette libertá di movimento e un senso di apertura verso l’esterno grazie alle pareti di bambù e al ricircolo dell’aria.
Sul soffitto, come riparo dai raggi solari e come filtro per creare giochi di luce e sfumature, si alternano tessuti dai colori vivaci.
Il piano terra è dedicato invece a momenti di studio e raccoglimento grazie alla presenza di cavità morbide e accoglienti.
Queste piccole grotte scavate nelle spesse mura di terra, in netta contrapposizione con gli spazi del piano superiore, sono luoghi dedicati alla concentrazione e alla calma.
Un modello efficiente e sostenibile realizzato utilizzando le risorse locali, che rispecchia e rispetta il luogo e la cultura locale.
Anna Heringer quindi non è solo un architetto ma anche promotrice di progetti di inclusione sociale e Il suo lavoro integra diversi valori, dal costruire in modo sostenibile utilizzando i materiali disponibili al coinvolgere le persone in modo che possano imparare a costruire per sé stesse.
L’immagine in copertina è di worldarchitecture.org, la foto di Anna Heringer di holcimfoundation.org e la foto dello studio dal sito www.anna-heringer.com
